lunedì 29 dicembre 2008

IL GIOCO SIMBOLICO: Cosa si intende....

Il gioco simbolico rappresenta una delle attività più importanti del bambino (in particolare, dal primo fino al sesto anno di vita), attraverso cui egli ha modo di contribuire direttamente e personalmente a strutturare il proprio sviluppo cognitivo, sociale e affettivo. Si tratta, infatti, di una forma di gioco che influenza significativamente tutte le dimensioni della personalità infantile, in un rapporto di causa-effetto, di tipo quantitativo e qualitativo: quanto più e quanto meglio il bambino avrà modo di vivere esperienze di gioco simbolico, tanto più e meglio si qualificheranno le sue abilità cognitive, socio-affettive e relazionali. Il gioco simbolico, che fa il suo esordio attorno ai 12/15 mesi di vita e si sviluppa nell'arco di tutta la prima infanzia, fino a 6 anni e anche oltre è il comportamento ludico infantile caratterizzato da finzione; il gioco di finzione è esperienza culturale e di crescita autentica e imprescindibile. Viene chiamato "simbolico" perché è caratterizzato da un processo di significazione indiretta, tipico di tutte le manifestazioni simboliche: qualcosa viene utilizzato per significare, rappresentare qualcos'altro. In particolare, nel gioco simbolico di un elemento fisicamente presente viene utilizzato per rappresentare un elemento assente ma evocato mentalmente: oggetti, azioni, identità, situazioni presenti vengono utilizzati per rappresentare, come se fossero oggetti, azioni, identità, situazioni diversi e solo immaginati (ad esempio, una matita come se fosse un bicchiere, una scatola di cartone che diventa una tana). L'incontro con gli oggetti materiali da parte del bambino avviene, per ritrovare qualcosa della realtà esterna. Il piacere del gioco, fino a 12/18 mesi, è prevalentemente legato alle esperienze sensoriali e motorie che il bambino stesso può provocare. Si parla infatti di "gioco sensomotorio". Il muovere, il far cadere, il toccare, il conoscere con bocca e organi di senso, il far rumore, lo spostare prendono molto interesse, e strutturano un rapporto di conoscenza. In seguito, al centro degli interessi del bambino si pone l'imitazione, la capacità cioè di riprodurre situazioni in altri contesti e accanto ad essa il gioco simbolico propriamente detto, in cui qualcosa viene usato per rappresentare qualcos'altro. Si assiste — almeno fino alla soglia della scuola dell'obbligo — ad una variabilità continua di temi, di percorsi narrativi, di significati attribuiti agli oggetti impiegati, mentre la qualità emotiva è caratterizzata dal totale assorbimento nel gioco. Il bambino lo vive come un serio impegno. L'insieme di queste considerazioni rende evidente il ruolo positivo del gioco simbolico in tutte le dimensioni dello sviluppo infantile. Questo chiama in causa la scuola dell'infanzia e gli adulti educatori che vi operano, impegnati a organizzare il contesto educativo e a predisporre tutte quelle occasioni formative didatticamente idonee a promuovere il gioco simbolico. Nella scuola dell'infanzia è importante che l'insegnante predisponga nell'angolo della casetta o dei travestimenti, del materiale ricco di opportunità diversificate di esercizio, per consentire al bambino giochi di finzione, di identificazione e di immaginazione. E' necessario predisporre indumenti vari, stoffe, mantelli, cappelli, borse, foulard, burattini, bambole e pupazzi, oggetti per l'angolo della casetta (piatti, bicchieri, pentole posate, ecc.), passeggini o carrozzine per le bambole ecc.. L'insegnante deve, naturalmente, assecondare pienamente le proposte di gioco dei bambini riprendendole verbalmente o eseguendole per comunicare attenzione, senso d'importanza e disponibilità totale nei confronti di un'attività cui loro stessi attribuiscono centralità e importanza, ponendo domande di chiarimento sulle proposte di gioco dei bambini, per sollecitare la pianificazione, l'esplicitazione, lo sviluppo e l'articolazione coerente delle loro intenzioni ludiche.

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