lunedì 22 dicembre 2008

Gioco come socializzazione


Nell’infanzia il gioco è un’attività di fondamentale importanza, per permettere l’acquisizione delle regole della vita sociale. Attraverso il gioco il bambino si adopera con tutte le forze sia per saggiare le sue capacità ed abilità sia per fare nuove scoperte. Osservare un bambino, assorto in giochi di costruzioni e vederlo addirittura piangere quando non riesce a superare le difficoltà, è uno spettacolo affascinante. Durante l’infanzia, infatti, il gioco è affrontato tanto seriamente da sembrare un’attività estremamente impegnativa. Esso è come il lavoro per l’adulto. Il bambino, inizialmente, fa un gioco solitario: si diverte a giocare, in solitudine, con i suoi giocattoli. In seguito, intraprende il cosiddetto gioco parallelo: il bambino gioca, nella sua autonomia, accanto ai coetanei, magari utilizzando giocattoli analoghi, ma senza aver rapporti con loro. Solo attraverso il gioco associativo, egli incomincia a relazionarsi con i suoi compagni e a scambiarsi anche i giocattoli. In tale fase ludica il bambino ancora non riesce ad intraprendere attività sociali; durante il gioco associativo le attività ludiche non sono, pertanto, coordinate. Per ogni bambino, in tale fase, il gioco ha ancora una finalità personale. Il gioco sociale fa, infine, assumere un ruolo sociale ed una responsabilità differente. In questa fase ognuno si sente parte del gruppo e tende ad escludere i soggetti estranei. Il gioco sociale è una conquista importante per l’essere umano. Esso fa acquisire una significativa valenza sociale rispetto a quella individuale ed egocentrica; a tale valenza è attribuita la funzione di modellamento nel processo d’interiorizzazione dei valori e delle norme sociali. Il bambino, superata la fase egocentrica, è portato a giocare con gli altri ed in gruppo. Egli, at??traverso questo tipo di gioco, è, pertanto, sottoposto a tutte quelle regole che favoriranno in lui la formazione del senso di responsabilità, di onestà e, soprattutto, di socialità. Il gioco non ha soltanto una funzione di socializzazione, ma ha anche un elevato valore educativo. Esso assolve, a tal proposito, non solo il compito di far sviluppare adeguatamente il linguaggio e di riequilibrare il mondo affettivo e relazionale del bambino, ma anche quello sia di eliminare o di attenuare le ansie e le paure sia di agevolare, permettendo, così, di scaricare l’aggressività accumulata, il processo di apprendimento.

1 commento:

miki88 ha detto...

sono pienamente d'accordo con quanto affermi vorrei sapere cosa pensi a riguardo del ultimo argomento che ho trattato sul mio blog facci un occgiata e fammi sapere marty.